April 23, 2025

La tendenza occupazionale più recente in Italia e quale prospettiva ci aspetta.

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L'evoluzione della manodopera in Italia ha subito notevoli trasformazioni negli ultimi decenni, segnando cambiamenti importanti sia dal punto di vista numerico che qualitativo. A partire dai dati più recenti, si osserva che a gennaio 2025 si è registrato il numero più alto di occupati dal post-COVID, con 24 milioni e 222 mila persone impiegate, accompagnato dalla riduzione dei disoccupati, che si fermano a 1 milione e 621 mila, e degli inattivi, che ammontano a 12 milioni e 242 mila. Tuttavia, al contempo, l’Italia continua a presentare delle sfide rilevanti in merito alla composizione della sua forza lavoro, con un’età media molto alta, pari a 44 anni, superiore di 1,8 anni alla media europea. Questo fenomeno di invecchiamento riguarda non solo la popolazione in generale, ma anche i disoccupati, con un rapido invecchiamento delle forze di lavoro.

Un altro aspetto cruciale che emerge riguarda la difficoltà di molte imprese italiane nel coprire le posizioni vacanti, nonostante l'elevato numero di disoccupati. Secondo il Sistema Informativo Excelsior (2018-2023), dal 2018 al 2023 la percentuale di contratti attivati con difficoltà di reperimento è passata dal 26% al 45%, una crescita significativa che dimostra il persistente labour shortage. Le principali cause di questa situazione sono il mismatch tra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute dalla forza lavoro, un fenomeno accentuato dalla transizione digitale e dalla crescente domanda di competenze legate all’economia verde.

Il divario di competenze, o skill gap, è ulteriormente aggravato dal tasso di dispersione scolastica, che in Italia è tra i più elevati in Europa. Secondo i dati INVALSI, un numero significativo di studenti non raggiunge i livelli di competenza previsti al termine del percorso scolastico, con il 43% delle persone in cerca di occupazione nel 2024 appartenenti alla fascia d’età tra i 15 e i 34 anni, e un 55% di loro in possesso solo di un diploma. Solo il 16% ha una laurea o un titolo post-laurea, con questa percentuale che diminuisce ulteriormente tra i 34 e i 49 anni. Il problema della scolarizzazione insufficiente è corroborato anche dai dati di UniOrienta, secondo cui circa il 10% degli studenti abbandona la scuola superiore e il 10% lascia l’università durante il primo anno.

In aggiunta a questi fenomeni interni, il fenomeno della fuga di cervelli è diventato una delle principali preoccupazioni. Dal 2013 al 2022, il numero di laureati emigrati all'estero è raddoppiato, passando da poco meno di 9.000 a circa 18.000 nel 2022. Questo ha comportato un’incidenza dei laureati sul totale degli emigrati pari al 50,6%, a fronte del 30,1% registrato nel 2013. Sebbene il numero dei rimpatri sia limitato, circa 6.000 nel 2022, l’esodo di talenti e la scarsità di manodopera qualificata rimangono temi di grande attualità.

Al contempo, l’immigrazione di manodopera straniera ha parzialmente colmato il gap occupazionale, con oltre 5 milioni di residenti di origine non italiana in Italia a gennaio 2024, di cui circa 2,5 milioni sono occupati. Tuttavia, nonostante un tasso di occupazione più alto tra gli uomini stranieri (75,9% rispetto al 70,5% degli italiani), la disoccupazione femminile straniera è più alta (40,2% contro il 42,6% delle italiane), a dimostrazione delle difficoltà che questo segmento della forza lavoro incontra nel mercato del lavoro italiano.

Guardando al futuro, le sfide si fanno ancora più evidenti. Secondo le proiezioni, se non ci sarà un cambiamento significativo nella disponibilità di nuove generazioni di lavoratori, l’Italia perderà circa 3,6 milioni di occupati nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni entro il 2041. La mancanza di ricambio generazionale, insieme alle continue trasformazioni dovute alla digitalizzazione e alla transizione ecologica, pone interrogativi sul futuro del lavoro nel paese. L'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale e il suo impiego nel supportare la formazione e la gestione delle risorse umane potrebbero rappresentare una soluzione importante per affrontare le sfide relative alla scarsità di competenze.

In sintesi, l’evoluzione della manodopera in Italia evidenzia sia progressi che difficoltà. L'invecchiamento della forza lavoro, il mismatch tra domanda e offerta di competenze, e la scarsità di manodopera qualificata sono tra le principali problematiche che il paese dovrà affrontare nei prossimi anni. Per rispondere a queste sfide, sarà fondamentale investire in formazione, politiche attive per l'occupazione, e strategie per attrarre e trattenere le competenze, sia italiane che straniere.